Negli ultimi anni le nostre barche sono diventate sempre più sicure. Grazie ai dispositivi a bordo possiamo avere il pieno controllo della situazione: pensiamo all'ecoscandaglio che ci dà informazioni sul fondale, al GPS nautico che ci dà la nostra precisa posizione, alla radio VHF per le comunicazioni di emergenza, per arrivare fino all'econometro, che dandoci tutte le informazioni riguardanti i consumi ci aiuta a non rimanere a secco lontani dal porto. Non ci sono dubbi: navigare al giorno d'oggi è decisamente più sicuro rispetto a quanto accadeva anni fa, per le dotazioni elettroniche come per la bontà stesse degli scafi moderni. Purtroppo, però, la sicurezza non è mai totale: esistono sempre i margini di errore, gli imprevisti e gli eventi sfortunati. Per questo motivo il Codice della Nautica prescrive delle precise dotazioni di sicurezza che devono essere obbligatoriamente a bordo della barca, quali il giubbotto di salvataggio, il salvagente, gli estintori e sì, ovviamente anche la zattera di salvataggio. E proprio quest'ultima, tra le dotazioni di sicurezza, è allo stesso tempo la più costosa e la più importante. Ma quando entra in gioco l'obbligo della zattera di salvataggio? Come deve essere gestito questo gonfiabile d'emergenza, e che differenza c'è tra zattera costiera e zattera d'emergenza d'altura? Ripassiamo in modo completo e semplice tutte le regole, per cancellare ogni dubbio.
L'obbligo della zattera di salvataggio oltre le 12 miglia
L'obbligo della zattera di salvataggio classica, anche detta zattera d'altura – oppure oceanica – entra in vigore nel momento in cui si oltrepassano le 12 miglia dalla costa. Come è noto, in situazioni estreme, la zattera gonfiabile d'emergenza è l'unico elemento che può mettere in salvo l'equipaggio di una barca nell'attesa dei soccorsi: proprio per questo motivo la multa per il diportista che dovesse risultarne sprovvisto potrebbe essere molto salata. Va infatti detto che le sanzioni per il mancato rispetto delle dotazioni minime di sicurezza e dei mezzi di salvataggio può arrivare fino a oltre 1.000 euro. Come vedremo qui sotto, peraltro, non sono unicamente le barche che oltrepassano le 12 miglia ad avere l'obbligo della zattera di salvataggio.
Zattera di salvataggio entro le 12 miglia: quando è obbligatoria?
Anche chi naviga entro le 12 miglia – ma oltre le 6 miglia – dalla costa ha l'obbligo di avere a bordo una zattera di salvataggio, la quale però è diversa rispetto al gonfiabile d'emergenza d'altura. Si tratta quindi del “zatterino”, o meglio, della zattera costiera, che è l'erede del vecchio “atollo”, un mezzo di fortuna che effettivamente non garantiva lo stesso livello di sicurezza del mezzo di salvataggio moderno: l'evoluzione legislativa è avvenuta con il D.M. del 2 marzo 2009, il quale ha mandato definitivamente in pensione gli atolli. La zattera costiera, come vedremo tra poco, è la versione semplificata del gonfiabile d'altura: a differenza dell'atollo, permette ai naufraghi di stare all'asciutto nell'attesa dei soccorsi.
La differenza tra zattera costiera e d'altura
Visto come si struttura l'obbligo della zattera di salvataggio, vediamo in cosa differiscono tra loro la zattera costiera, obbligatoria tra le 6 e le 12 miglia, e la zattera d'altura, obbligatoria oltre le 12 miglia dalla costa. Il presupposto è semplice: chi naviga entro le 12 miglia dalla costa ha buone probabilità, in caso di incidente, di essere soccorso in tempi piuttosto brevi. Ecco allora che la prima e principale differenza tra le due zattere sta nel fatto che il modello costiero non prevede una copertura, né delle dotazioni pensate per una permanenza a bordo oltre le 24 ore. Viceversa, le zattere d'emergenza d'altura presentano una serie di dotazioni e di strumenti pensati per garantire la sopravvivenza anche per diversi giorni, o persino per settimane, in attesa di essere avvistati in mare aperto. Le stesse zattere oceaniche sono realizzate con materiali più resistenti rispetto alle colleghe destinate all'uso entro le 12 miglia.
Come gestire le zattere d'emergenza a bordo
Va precisato che rispettare l'obbligo di avere a bordo la zattera di salvataggio non è di per sé sufficiente per avere la certezza di avere a bordo un battello d'emergenza da usare efficacemente in caso di bisogno. Anzi, la zattera sbagliata potrebbe persino portare a delle sanzioni: tutte le barche omologate dopo il 2000 devono infatti vantare una zattera conforme alle normative Iso 9650, le quali sono decisamente più moderne rispetto ai modelli precedenti. È poi da assicurarsi che il gonfiabile d'emergenza sia ampio a sufficienza per ospitare tutti i passeggeri: una barca che effettua una crociera con a bordo una dozzina di persone dovrebbe poter contare su una zattera omologata per 12 persone, o ancora meglio su due distinte zattere da 8 persone l'una.
Non va poi trascurata la posizione della zattera a bordo: sarebbe ingenuo e pericoloso riporre la zattera sottocoperta o in gavoni difficilmente raggiungibili. La posizione scelta deve essere tale da poter essere raggiunta in pochi secondi, anche nelle situazioni più estreme, con condizioni meteorologiche difficili e panico a bordo. La zattera deve essere assicurata saldamente con delle fettucce resistenti, che presentino degli sganci rapidi per poter mettere in acqua il battello nel più breve tempo possibile.
Le regole per la revisione della zattera costiera e oceanica
Come qualsiasi cosa presente a bordo della barca, anche la zattera può essere oggetto di deperimento: sia la sua struttura che le sue dotazioni possono rovinarsi nel tempo. Per questo motivo, accanto all'obbligo di averla a bordo, c'è anche l'obbligo di revisionare la zattera di salvataggio, prassi in tutto e per tutto simile a quello delle nostre automobili. Partiamo con la zattera di salvataggio oltre le 12 miglia: i gonfiabili d'altura devono essere revisionati ogni 2 anni. Va detto che la prima revisione sarà Ordinaria, e quindi più semplice e più veloce, mentre la seconda revisione sarà Straordinaria, più approfondita; le tipologie di revisione continueranno poi ad alternarsi, sempre ogni due anni.
È leggermente diverso il discorso per quanto riguarda la revisione della zattera costiera. Questa deve essere effettuata la prima volta a 3 anni dall'acquisto, per poi essere ripetuta regolarmente ogni 2 anni (nel caso del zatterino costiero non c'è la differenziazione tra revisioni ordinarie e straordinarie).
Le dotazioni di una buona autogonfiabile di salvataggio
Immaginiamo di trovarsi in mare aperto e, per un incidente o per un danneggiamento, di dover lasciare immediatamente la barca: lanciamo in mare la zattera, facciamo salire tutto l'equipaggio. Siamo in salvo. E adesso? Basta ipotizzare questo scenario per capire quanto sia importante poter contare su una serie di dotazioni che da una parte facilitino il lavoro dei soccorsi, e che dall'altra garantiscano la nostra sopravvivenza. Per questo motivo le zattere di salvataggio d'altura devono essere dotate di un kit di sopravvivenza che conta tra le altre cose cibo secco per diverse giornate, scorte di acqua potabile, lenze da pesca e via dicendo. Nel momento in cui si lascia la barca per mettersi in salvo sulla zattera sarebbe sempre fondamentale avere con sé inoltre una radio VHF portatile, dei razzi di segnalazione, un fischietto, un coltello, una torcia e una pagaia. Va peraltro detto che le migliori zattere di salvataggio oceanico presentano già di per sé buona parte di queste dotazioni d'emergenza, oltre a degli elementi tesi a rendere la vita a bordo meno difficile. Pensiamo alla copertura, che ripara dal sole e dalla pioggia, e che presenta delle superfici riflettenti; ma pensiamo anche alle tasche di zavorra, ovvero delle sacche che si riempiono d'acqua per dare maggiore stabilità alla zattera, per evitare drammatici capovolgimenti in mare.